Le costellazioni familiari: dall’osservazione alla ri-soluzione

Sento un’immensa gratitudine per aver potuto conoscere, 20 anni fa, le costellazioni familiari: la visione sistemica e i suoi principi cardine universali, mi hanno aperto a una visione più ampia e profonda del mondo e delle relazioni. Sono profondamente cambiata e di pari passo è cambiato il modo di relazionarmi con me stessa, con le persone. Doni immensi, la chiarezza e la pace che ne ho ricevuto.

Cosa sono le costellazioni familiari?

Sappiamo ormai che le relazioni, a partire con quelle nella nostra famiglia di origine, hanno un’importanza fondamentale per la nostra formazione e agiscono in modo spesso invisibile. Per saperne di più

Il metodo delle rappresentazioni sistemiche, più conosciute come costellazioni familiari, nasce dall’osservazione. Vari terapeuti e studiosi si sono resi conto che alcune dinamiche si ripetevano pressoché uguali tra i membri della stessa famiglia o di generazione in generazione. Bert Hellinger ha raccolto e sintetizzato i principi che stanno alla base delle relazioni in un gruppo (sistema), che si tratti di una famiglia o di un’azienda. È un metodo empirico, praticato da una cinquantina d’anni, che ha portato benefici a centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo.

Quali sono gli eventi di maggior impatto?

L’osservazione ha messo in luce come memorie familiari, in particolare quelle collegate ad eventi traumatici non integrati (morte, malattie, guerra, fallimenti, ingiustizie, esclusioni, privazioni) vengono trasmesse alle generazioni successive. Non si tratta tanto di racconti, anzi spesso sono eventi di cui non si era a conoscenza o addirittura segreti di famiglia, poi confermati.

Ogni sistema cerca l’equilibrio e i sistemi sociali non fanno eccezione. Quindi finchè tali eventi non vengono elaborati e integrati, persistono in maniera sotterranea, sulla nostra vita e su quella dei nostri figli.

Quali benefici

Chi ha partecipato a sessioni di costellazioni ha avuto modo di veder sciogliere nodi esistenziali pesanti e persistenti in pochi minuti. Ritrovando forza e leggerezza.

Uno dei maggiori vantaggi è la rapidità con cui si individuano le dinamiche relazionali, in famiglia o in azienda, che non sono immediatamente visibili. È proprio questa possibilità alla base dell’efficacia del metodo.

Immagina di camminare in una zona che ti è familiare e sbucare in una strada che non conosci. Ti guardi intorno, provi una direzione e poi un’altra, giri a vuoto. Immagina invece di avere la possibilità di alzarti in volo o di usare un drone e poter guardare dall’alto. Il quartiere, la città sono gli stessi, ma quello che prima era nascosto alla vista ora è chiaro. Riesci a distinguere nettamente le strade principali e quelle secondarie, la struttura stessa della città, i punti nevralgici, gli intasamenti del traffico e le vie scorrevoli. Cogli i legami e i collegamenti. Si aprono allora delle possibilità che non avevi visto prima. Puoi individuare dove ti eri perso o bloccato e quali passi fare per andare nella direzione voluta. La rappresentazione sistemica funziona un po’ allo stesso modo.

Come insegna Albert Einstein, un problema complesso si può risolvere solo andando ad un livello più alto da quello in cui è stato generato.

Quali problematiche esplorare?

Sono utili per risolvere una vasta gamma di problematiche personali ad esempio un comportamento che vorremmo cambiare, uno stato d’animo persistente (autostima, ansia, rabbia, malinconia, senso di solitudine, ecc.), difficoltà ad operare delle scelte, perseguire gli obiettivi e nelle relazioni interpersonali come la difficoltà a trovare un partner o mantenere una relazione intima, nei rapporti familiari e allo stesso tempo per risolvere questioni riguardanti successo, denaro, obiettivi lavorativi e aziendali. 

Anna viene da me per il figlio. Non riesce a mantenere un lavoro e ha problemi di droghe. Anna è separata da molti anni, ma continua ad essere arrabbiata con l’ex partner. In costellazione si mettono i tre protagonisti. Il figlio è lontano da entrambi e non li guarda. Quando la madre comprende che senza il partner non ci sarebbe il figlio riesce a dire ‘ora puoi andare da tuo padre’. Il viso del ragazzo si illumina e finalmente può andare ad abbracciarlo, a ricongiungersi alla sua parte maschile.

Un figlio non può prendere le parti di uno dei genitori perdendo l’altro, entrambi fanno parte di lui, del suo dna.

Maria, ha problemi di rabbia. Con le amiche, con il fratello. Basta una frase, un gesto per decidere di chiudere con quella persona. In un’individuale, mettiamo in scena lei e la sua amica con cui ha rotto da un anno ma che continua a girarle in testa. Sceglie come rappresentante un pupazzo biondo, Quando le chiedo cosa nota guardando la costellazione, lei dice ‘strano, la mia amica non è bionda ed è anche strano che dopo un anno ancora pensi a quell’episodio anche perchè era più una conoscenza che un’amicizia’. Sembra che tu abbia messo in scena un’altra persona. Alla mia domanda se c’è qualcun altro in famiglia che ha un comportamento simile al suo. Risponde ‘mia madre’, Ha rotto con la sua amica e anche con il fratello non si parla più.

Maria è arrabbiata con la madre poco accogliente e poco disponibile. Ora possiamo lavorare sulla vera causa di questo sentimento.

Un uomo da anni vuole vendere la sua seconda casa, ma non ci riesce. Quando esplora quali sono gli impedimenti, emerge che lì ha passato dei momenti tra i più felici della sua vita con il compagno. Il giorno dopo mi scrive che è andato in agenzia e ha messo in vendita la casa.

I nostri meccanismi di difesa ci impediscono spesso di vedere le vere cause dei nostri comportamenti. Metterli in scena permette di trovare una giusta distanza per poterli comprendere.

Come si svolge una sessione

Ci sono sessioni individuali e in un gruppo. In genere una sessione dura dai 20 ai 40 minuti. La persona esprime in poche succinte parole il tema che le sta a cuore e il facilitatore le fa alcune domande per cercare di stabilire dove l’equilibrio si è rotto.

Individuati i soggetti chiave li mette in scena con l’ausilio di rappresentanti (che possono essere delle persone o degli oggetti) e succede spesso che il protagonista si stupisca di come emergano atteggiamenti, modi di fare, perfino sensazioni fisiche delle persone rappresentate anche se il rappresentante non le ha mai conosciute. Osservando la disposizione dei soggetti arrivano le prime indicazioni che il protagonista può facilmente assimilare. Il facilitatore aiuta a prendere coscienza delle dinamiche, dei legami, dei nodi irrisolti. Già questa prima fase apre e modifica in modo profondo la percezione del tema proposto, destruttura blocchi interiori e fa giungere a nuove consapevolezze riguardo se stessi e il proprio sistema.

Il facilitatore aiuta il processo proponendo delle brevi frasi che esplicitano le dinamiche e dei piccoli movimenti che possono stimolare la persona a trovare soluzioni nuove e inaspettate. Passo dopo passo si può giungere ad una nuova collocazione dei rappresentanti che si riverbera come nuova immagine risolutoria (per saperne di più - Immagini che risolvono )

È sempre fonte di meraviglia vedere dispiegarsi una costellazione. Assistere a come le informazioni essenziali emergono. Ci si chiede in che modo tali informazioni si facciano strada nella consapevolezza dei rappresentanti e di chi assiste. La risposta, al momento, sembra essere che si crea un campo di consapevolezza in cui le informazioni vengono percepite. Un po’ come il telefono cellulare riceve segnali dal satellite tramite l’etere, anche noi esseri viventi siamo in grado di riceviamo segnali da altri esseri viventi, tramite i neuroni specchio e la trasmissione delle memorie di generazione in generazione.

Indietro
Indietro

Cervello organo sociale

Avanti
Avanti

Libera il corpo, calma la mente. Contatta l’intelligenza corporea.